Dall’esigenza di capire il cambiamento e di creare nuove strategie, è nato un confronto che ha visto come protagonisti diversi player del mondo sposa.
Non c’è dubbio che il mondo delle boutique da sposa sia stato completamente rivoluzionato dall’emergenza sanitaria che ne ha minato i caratteri più prettamente sociali e, soprattutto, le modalità legate alla fruizione del prodotto modificando, inevitabilmente, l’esperienza di acquisto. Dall’esigenza di capire il cambiamento e di creare nuove strategie e differenti driver sui quali puntare è nato un confronto che ha visto protagonisti diversi player del mondo sposa e che si è concretizzato nel webinar dello scorso 1°dicembre organizzato da Sì Sposaitalia Collezioni. Gli interventi di Carlo Marco Cavallo (Ceo di Nicole Fashion Group), Emanuela Franzese (docente e VM del Gruppo Aeffe), Marco Milan (Visual Team Leader italia di Hugo Boss), Massimiliano Mincone, Head Visual Merchandising Rinascente, Gino Signore, CEO Maison Signore e Roberta Valentini (Owner di Penelope Sposa), alla presenza di Emanuele Guido, Exhibition Director Business Unit Lifestyle, Fiera Milano e con la sapiente regia di Silvia Paoli, hanno provato a dare un quadro esaustivo dello scenario che, a partire dal cambiamento della store experience, passasse per l’apporto inevitabile del digitale e la relazione con i futuri sposi.
Perché al centro di tutto ci sono loro, gli sposi, il cui sogno è stato rivoluzionato dall’emergenza pandemica ma per i quali rimane la voglia di vivere un giorno del sì indimenticabile. Che parte sempre, oggi come ieri, da una customer experience in cui prioritaria deve essere l’empatia. Necessari quindi nuovi paradigmi capaci di valorizzare l’esperienza. Ad esempio, suggerisce Emanuela Franzese, è possibile prevedere nuove figure professionali che accompagnino quella tradizionale della wedding planner: una personal stylist o una visual consultant, sia in store che nei differenti momenti organizzativi, sono risorse importanti sulle quali puntare.
E se connettersi “umanamente parlando” è importante, lo è altrettanto in relazione al punto vendita, per rendere attive e feconde le connessioni che da questo si generano: è il fenomeno del phygital, quella commistione virtuosa tra reale e digitale che negli ultimi tempi si è rivelata fondamentale. Basti pensare solo alle consulenze via whatsapp con i personal shopper per capirne la portata! Ma non bisogna dimenticare che questo è uno strumento potente che deve essere usato con accortezza per trasmettere tutta la ricchezza del reale anche attraverso uno schermo, dandogli un’anima e soprattutto un heritage imprescindibile, quello che fa la differenza nel momento dell’acquisto. E se gli showroom virtuali sono stati un esperimento riuscito, come attesta Carlo Maria Cavallo, il ritorno alla normalità è auspicabile e richiestissimo anche nel settore wedding (un fenomeno provato anche dai numeri).
Se l’universo sposa si muove verso una logica multichannel, è evidente che il digitale può amplificare i concetti di made in Italy e il suo storytelling con la giusta dose di emozione tenendo sempre ben presente che “esporre è diverso dal proporre”, come ricorda Marco Milan. Ecco allora che anche la scelta dell’abito deve sottendere a una logica in movimento, la stessa caratteristica dell’acquisto reale, in cui il digitale deve orientare e non disorientare, che è un rischio che più volte si è presentato. Lo sottolinea Roberta Valentini per la quale “lo spazio in cui viene proposto un abito ha la funzione di amplificatore del capo esposto come accade per un’opera d’arte all’interno di un museo” e le fa eco Massimiliano Mincone, che sofferma la sua attenzione sull’importanza delle vetrine bridal, dell’interior design del punto vendita, dell’atmosfera immersiva con la quale la boutique accoglie la sposa che si appresta a scegliere l’abito.
Proprio sull’abito si sono concentrati i pensieri conclusivi del webinar, in un’analisi precisa che ha fatto dell’evoluzione phygital del mercato il cuore di un nuovo approccio futuro, di cui già ora si vedono gli effetti. Che passa dalle consulenze su whatsapp capaci di preparare all’immersione in boutique e arriva all’analisi dei rischi di uno strumento che, se non usato a dovere, può portare a falsare la realtà e le aspettative.
Ma quale sarà il vestito del futuro? Gli interpellati non hanno dubbi: dal 2021 si vedrà un ritorno potente delle creazioni made to measure, con modelli letteralmente cuciti addosso agli sposi, in un trionfo di creatività tutta italiana che stiamo aspettando con ansia.