L’abito componibile
Le nuove proposte risolvono il dilemma del doppio abito, della voglia di cambiare look fra la cerimonia e la festa. Vince un vestito che si compone e si scompone, a cui aggiungere e togliere dettagli, sommare e sottrarre particolari. Niente di prevedibile, ma piuttosto un effetto ‘wow’ assicurato: le maniche a corolla vistose e importanti possono essere tolte lasciando spazio alla scollatura, lo strascico e la gonna ambia spariscono rivelando un tubino perfetto, il corpino rigoroso frontalmente si apre in una scollatura azzardata. Una versatilità che dispone ad un successivo utilizzo, proiettando l’abito in uno spazio temporale allungato. Il gioco funziona soprattutto con i due pezzi: il corpino a canotta con le spalline sottili sottili, il top che lascia scoperto un filo di pancia, la camicia trasparente, capi che possono tranquillamente essere utilizzati nel tempo.
Il Neoromantico
L’abito, inutile ripeterlo, è indissolubilmente legato alla location che lo vedrà in scena. E se è vero che vengono cercati luoghi sempre più speciali, fuori dall’ordinario, particolari, anche lo stile ha perso rigidità, rigore e scontata formalità per esprimere un nuovo romanticismo, fatto di leggerezza, di trasparenze dalla densità variabile, di sofisticata spontaneità. Un’attitudine meno sexy, meno spogliata, fatta di tessuti preziosi, italiani o francesi, in un alternanza di trasparente e di opaco, di piccoli importanti dettagli. Prime fra tutte le maniche: cinquecentesche e gonfie oppure sottili e lunghissime o ancora disposte a ventaglio intorno ai polsi.
Qualcosa vintage
Non tanto uno sguardo al passato rispetto alle linee e ai volumi, non tanto citazioni da storia del costume, ma piuttosto quell'aria un po’ vissuta, quel tanto che può togliere la sensazione del troppo nuovo. Un ricamo, un corpetto un po’ retrò, un pizzo che appartiene alla tradizione, un particolare fatto a mano. Abiti che custodiscono l’arte del fare, sapienze artigianali, archivi estetici per il piacere di un vestito che può raccontare una storia e che spesso appartiene al tanto ricercato Made in Italy. Torna il ‘full lace’, l’abito completamente di pizzo o la sottoveste croquet, il pizzo di cotone doppiato di tulle nude, ma anche il volutamente’ non finito’con le cimose lasciate sfrangiate come fossero piume eteree. Tornano i tessuti jacquard a tema floreale, sostenuti, consistenti e tridimensionali come citazione del passato con un taglio moderno.
Il particolare in più
Una cinturina a segnare il punto vita con tanto di fibbia con le cifre, una fascia legata in vita, una spallina che si fa decoro, magari ricoperta di piccoli fiori o di diamantini, un filo di perle come profilo, un tessuto tempestato si punti luce, sono i dettagli a fare la differenza. Segni nuovi, segni diversi che definiscono i volumi moderni, mentre rimane un grande classico il fiocco. Ora quasi architettonico, gigante e importante alla fine di una manica sulla spalla quasi fosse un capitello, ora dietro a bloccare una scollatura quai infinita, ora come partenza di un vaporoso strascico o addirittura a interpretare pienamente un corpetto.