Ecco quanto emerge da un recente sondaggio realizzato da Sì Sposaitalia Collezioni in occasione del webinar dal titolo “Meet the Generation Z Bride”.
L’abito da sposa rappresenta ancora il sogno di ogni fanciulla, il desiderio fiabesco di qualsiasi giovane ragazza, anche se appartiene alla Generazione Z e anche ai tempi del Covid-19. Questo è quanto emerge da un recente sondaggio realizzato da Sì Sposaitalia Collezioni in occasione del webinar dal titolo “Meet the Generation Z Bride”, previsto il 10 marzo 2021 alle ore 10.30 e organizzato in collaborazione con Fiera Milano Media – Business International. Un evento che ha visto tra i suoi protagonisti, esperti del calibro di Laura Puricelli, Lecture&Consultant in Digital Strategy e Innovation per il Fashion, Luxury e Retail, Francesca Romana Rinaldi, docente di sustainable fashion management presso l’Università Bocconi di Milano, Gianfranco Di Natale, direttore generale Confindustria Moda, Giorgio Ravasio, Country Manager di Vivienne Westwood, e Dario Mongioy, Owner di Elisabetta Polignano e President di Wetaly, e che si inserisce all’interno di un percorso formativo digitale con l’obiettivo di traghettare tutti gli interessati e i professionisti del settore fino alla prossima edizione di Sì Sposaitalia Collezioni che si terrà dal 21 al 24 maggio 2021 a fieramilanocity.
L’ABITO DA SPOSA? UN SOGNO INTRAMONTABILE
Per offrire una visione concreta di quello che sarà lo scenario del mercato bridal nel prossimo periodo, quindi, nel mese di febbraio 2021, Sì Sposaitalia Collezioni ha intervistato 44 ragazze tra i 14 e i 22 anni per capire cosa ne pensa oggi la Generazione Z della cosiddetta “Wedding Experience”. «La ricerca – commenta Laura Puricelli, lecturer del sondaggio – ci ha stupiti e sorpresi in modo positivo, perché abbiamo scoperto che il vestito da sposa ancora oggi, in una società iper-digitalizzata e forse un po’ disincantata, rappresenta l’abito dei sogni, o meglio, incarna proprio il sogno nella sua accezione più ampia e inerente a un’esperienza a 360 gradi che veda queste giovani, e ciò che indossano, come protagoniste indiscusse su cui si deve focalizzare tutta l’attenzione».
IL NEGOZIO AL CENTRO DELL’ESPERIENZA
«Il sogno di queste giovani e giovanissime donne, però, non è una mera questione scenografica o di quantità – sottolinea Puricelli – bensì una ricerca di valori profondamente radicata nella propria cultura ed etica individuale. Sono future spose che sanno perfettamente ciò che vogliono e non hanno intenzione di scendere a compromessi. Per loro la sostenibilità, la trasparenza, la coerenza e soprattutto la personalizzazione della proposta che gli viene fatta sono principi cardine di un nuovo modo di interpretare la shopping experience». Secondo i risultati del focus group, infatti, oltre il 54% delle maggiorenni e il 58% delle under 18, per ispirarsi nella scelta dell’abito, sceglie il negozio fisico che quindi diventa uno dei punti più “appealing” per la Generazione Z nell’ambito degli acquisti. «Sicuramente – aggiunge Francesca Romana Rinaldi, docente presso l’Università Bocconi di Milano e autrice del libro “Fashion Industry 2030” –, la fisicità del negozio rimarrà fondamentale per il consumatore, ma dovrà essere ripensata alla luce delle nuove esigenze che guidano verso l’integrazione online-offline, ad esempio lo showrooming (vedo in store, compro online) e il webrooming (vedo online, compro in store). Gli spazi dei punti vendita dovranno tenere conto di tutte le opzioni considerando almeno questi due percorsi, partendo dalla necessità del brand di conoscere e riconoscere il cliente nell’ottica del “Single Customer View”. E’ importante riuscire a prevedere le scelte e le abitudini di acquisto, proponendo così servizi di personalizzazione, comunicazione one-to-one, storytelling e consulenza dedicata ed esclusiva per offrire un’esperienza indimenticabile».
LA NUOVE VITA DELLA WEDDING EXPERIENCE
Una nuova proposta di vendita, dunque, che porta le utenti a voler essere avvolte da sensazioni, percezioni ed emozioni uniche che vanno sperimentate solo con chi è davvero importante per loro o con persone di cui possano fidarsi al cento per cento. «Oggi – concorda Puricelli – l’ispirazione può arrivare da film, ma anche da serie di Netflix o di Prime Video o da micro video di Instagram o post su matrimoni da sogno di influencer e simili. Alla fine, però, per farsi davvero consigliare nella scelta, anche queste giovani e giovanissime, decidono di avere vicino madri e amiche strette o esperte del settore. L’importante per loro è ricevere consigli autentici e valutazioni oggettive che sappiano cogliere la loro necessità di un’unicità valorizzante».
QUANDO LA SOSTENIBILITA’ E’ AL SERVIZIO DELLA PERSONALIZZAZIONE
Un’elevazione dell’individualismo che non può rinunciare a valori, come la sostenibilità. Basti pensare che oltre l’80% delle giovani spose, secondo i dati del sondaggio condotto da Sì Sposaitalia Collezioni, individua nella sustainability un elemento fondamentale nella scelta dell’abito per il loro giorno speciale. «La sostenibilità – spiega Rinaldi – oggi si identifica in qualcosa che integri etica ed estetica nell’intera filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime all’end of life del prodotto stesso. Un concetto che riguarda anche la circolarità, ovviamente, pensando al waste non più solo come rifiuto, ma anche proprio come materia prima da riutilizzare per creare sogni. Ripensare quindi l’offerta verso le nuove generazioni, può voler dire iniziare dalla tracciabilità del prodotto per spiegare come è stato pensato e realizzato, dal racconto della materia prima utilizzata, alla descrizione dell’intera catena del valore strutturata per produrlo. Raccontare cosa c’è dietro al prodotto, aiuta a contestualizzare la complessità di un’offerta innovativa, trasparente e sostenibile, soprattutto in un segmento come quello del bridal, nel quale la personalizzazione conta moltissimo». A tal punto che, se è vero che lo stile preferito dalle intervistate della survey dedicata alla wedding experience ricade sulla semplicità, d’altro canto si rende fondamentale la presenza di una linea di tendenza unica e inequivocabile che, in più del 45% dei casi, viene espressa da un accessorio. «Anche nel 2021, l’abito dei sogni – conclude Puricelli – deve essere bianco nella linea di una tradizione che è ancora presente in termini di desiderata, ma deve avere quella autenticità che lo renda moderno e che solo l’accessorio può garantire per fare sognare anche nella costruzione di una narrazione a 360 gradi oggi più che mai essenziale per dare forma alla wedding experience sia online, sia offline».