Protagoniste le nuove generazioni delle maison bridal
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Protagoniste le nuove generazioni delle maison bridal

Sì Sposaitalia Collezioni ha chiesto ai giovani imprenditori di alcune delle principali realtà bridal del Paese quale sia il loro contributo all’impresa familiare, che contorni abbia la loro visione e, soprattutto, in che direzione si svilupperà il loro apporto.

Family first anche e soprattutto nel settore wedding. Perché è sempre più questa la tendenza, ovvero privilegiare un engagement familiare che preveda l’inserimento in azienda dei consanguinei più prossimi per proseguire in quella che, a tutti gli effetti, si delinea come una vera e propria tradizione. Una verità che riguarda molto da vicino il settore fashion tout court e, in questo caso, il segmento bridal le cui maison hanno creato un brand, uno stile, un vero e proprio dna, un valore intangibile in cui l’apporto dei fondatori da una parte e della discendenza dall’altra è sempre più fondamentale perché il marchio possa proseguire nel solco della sua essenza senza mai tradire sé stesso o trasformarsi in altro.

 

La premessa fondamentale è che nei processi di ricambio generazionale venga valorizzata la competenza, nel solco di quella cultura del merito che affonda le radici nei sistemi valoriali stessi delle famiglie imprenditoriali per proseguire con i cambiamenti necessari che portano alla ridefinizione di nuovi equilibri frutto della mentalità stessa della nuova generazione, il cui apporto deve andare ad arricchire quello già presente in un percorso di rigenerazione continua.

 

Ma in che modo? Sì SposaItalia Collezioni ha chiesto ai giovani imprenditori di alcune delle principali realtà bridal del Paese quale sia il loro contributo all’impresa familiare, checontorni abbia la loro visione e, soprattutto, in che direzione si svilupperà il loro apporto.

 

Il punto di partenza ha sempre squisitamente a che fare con il patrimonio di valori da cui ha preso vita la maison, da tutelare e da modificare tenendo conto delle tendenze attuali e, soprattutto, del background generazionale che va a sovrapporsi a quello già in essere.

 

La qualità dei prodotti, l’eccellenza che caratterizza l’impresa, la ricerca da cui prendono vita le collezioni e la nobiltà dei materiali utilizzati sono degli imprescindibili per Francesca Druetta (22 anni), fashion designer e figlia di Donatella Gallo, dell’omonima maison la cui storia combina la passione per il Made in Italy con il valore della sartorialità per dare vita ad abiti che sanno raccontare in ogni loro dettaglio le emozioni da cui nascono e quelle di chi sceglie di indossarli. Un assunto che deve rimanere tale secondo la designer perché muove dalla soddisfazione stessa del cliente finale che deve trovare in queste proposte qualcosa che gli altri brand non hanno, declinato in uno stile giovane e alla moda che rispecchi esattamente la personalità della sposa.

 

Base tradizionale e approccio innovativo, perfettamente in linea con le esigenze delle nuove generazioni che nasce dalla “necessità di sapere percepire in anticipo le tendenze e i bisogni attuali”, come dichiara Flaviana Passante Spaccapietra (24 anni), fashion designer e figlia del fondatore del brand Olympia. Il suo obiettivo? Naturalmente quello di tenere lo sguardo puntato sulle ragazze e sulle giovani donne, consapevoli della loro femminilità e desiderose di valorizzare la loro fisicità con il giusto mix di stile e di eleganza in cui trovi posto anche una sana dose di eccentricità.

 

E per intercettare le bride to be fondamentale è l’approccio comunicativo che per Nicole Cavallo (25 anni), figlia d’arte della stilista Alessandra Rinaudo e fashion designer di Nicole Fashion Group, si traduce in un’attenzione supplementare ai social media, in particolare Instagram e Tik Tok, vera chiave di lettura delle tendenze attuali e fonte di ispirazione, sui quali si dispiega la sua attività mirata a creare contenuti nuovi e accattivanti per arrivare in modo diretto e spontaneo alle future spose.

 

Ma come avviene l’ingresso nell’azienda di famiglia per chi ha respirato pane e mikado fin dalla più tenera età? Un approdo naturale ma non così scontato come dimostra il percorso di Camilla Elena Signore, 23 anni figlia di Gino Signore e fashion stylist di Maison Signore, azienda nata dalla volontà dei due genitori che si è trovata quasi per caso, con la complicità del lockdown, a immergersi totalmente nell’atmosfera da sogno del suo family business creando le basi per il suo impegno futuro. Il tutto avendo le idee molto chiare soprattutto la componente di naturalezza del matrimonio e, di conseguenza, dell’atteggiamento della sposa per la quale tutto deve prendere vita quasi spontaneamente, dalla cerimonia allo stesso abito. Proprio su questo si concentra l’attenzione della giovane che ha in programma di portare in azienda un nuovo concetto di sposa metropolitana in cui la tradizione lascia spazio a un maggior peso attribuito a personalità e a spontaneità. Un cambiamento slow di cui i primi assaggi si vedranno proprio nella collezione che sarà presentata nella prossima edizione di Sì SposaItalia Collezioni.