A New York, total white e trasparenze
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A New York, total white e trasparenze

L'EDITORIALE DI GIULIANA PARABIAGO

 

Le linee fluide scelgono di essere sexy, mentre l'abito princess punta sul corpetto che cita la guêpière per poi 'esplodere' in gonne dalle dimensioni importanti.

 

Tantissime le sfilate a New York della Bridal Week, quasi impossibile  seguirle tutte perché disseminate nei vari angoli di Manhattan, punti cardinali diversi e punti di vista differenti, ma-fra tante proposte- è possibile desumere delle linee di tendenza.

 

La prima, evidentissima, è quella del pizzo e della trasparenza. Un pizzo le cui volute sono evidenziate al massimo dai giochi di pieno e di vuoto. Disegni straordinari spiccano sui corpetti di tulle, definiscono le maniche, diventano collier tessili, ornano le spalle, disegnano giochi preziosi e virtuosi. Una proposta che fra il romantico e il sexy sceglie quest'ultimo, sfuggendo a ogni citazione del passato e oscillando fra le linee dell'abito da sposa e quello da sera, attillato, malizioso, seducente. Una seduzione che si ritrova nelle linee fluide, nei tubini che terminano a sirena, nei volant esagerati, nelle girandole di tulle. I particolari sono tanti, forti, grandi, importanti perché l'abito deve sorprendere, colpire, mai lasciare indifferenti e allora via agli effetti speciali, ai monospalla, ai mantelli iperdecorati, ai fiocchi giganteschi, agli strascichi infiniti, alle maniche a campana, agli spacchi sfrontati, alle parole scritte, alle farfalle posate dovunque, ad una creatività che deve fuggire la banalità. E l'abito principesco, quello che non può mancare? Ha un bustier attillatissimo, con scollo a barchetta o a cuore per poi esplodere in una gonna ricchissima fatta di fogli di tulle o di tessuti plissettati, di volumi montati a panna, di una ricchezza straordinaria. Su tutto impera il bianco con qualche rarissima concessione al cipria, vince il dettaglio esagerato su quello semplice, la voglia di giocare sull'understatment.